Ci siamo recati sul luogo dell’uccisione del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e, lungo il percorso, la guida ci ha indicato il teatro Polimeana, costruito a Palermo dopo l’unità d’Italia e ultimato nel 1874. Il suo stile architettonico è neoclassico di tipo romano/pompeiano, l’ingresso è ad arco di trionfo e sull’arco domina una bella “quadriga” in bronzo, opera dello scultore palermitano Mario Rutelli.

Il frontespizio del teatro è semicircolare, con doppio loggiato: dorico e ionico e i dipinti parietali sono imitazioni dei dipinti della villa dei Misteri di Pompei. In questo teatro si esibisce ogni fine settimana l’orchestra sinfonica siciliana.

Arrivati in via Carini, sulla sinistra abbiamo notato una targa in bronzo rappresentante Carlo Alberto Dalla Chiesa che abbraccia Emanuela Carraro, la sua giovane moglie. Questa targa è stata murata a ricordo della strage avvenuta alle ore 22 del 3 settembre 1982.

Proprio sotto la targa bronzea, c’è una bandiera che indica il punto esatto dove il generale è stato crivellato a colpi di kalashmikov da un commando mafioso, insieme alla moglie ed a un uomo della sua scorta.

Il generale, prefetto di Palermo da soli 100 giorni, stava tornando alla sua residenza in via Libertà e, guarda caso, quando dopo la strage è arrivata a casa sua la polizia, la cassaforte era già stata svuotata del suo contenuto, soprattutto dei documenti importanti. È stato accertato che la colpa fu dei servizi segreti deviati, proprio come era successo all’agenda rossa di Paolo Borsellino… misteriosamente scomparsa. Questa strage è stata “un colpo nello stomaco” per tutti.


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